Per Conte “non ha senso dividere l’Italia sul Mes”

Per Conte “non ha senso dividere l’Italia sul Mes”

15 Aprile 2020 Off Di admin

Dopo lo scontro interno alla maggioranza, sul ricorso al fondo Salva-stati Mes, che ha visto i pentastellati accusare il Pd di “mettere in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio”, Giuseppe Conte interviene per frenare le polemiche, spiegando che al momento un dibattito divisivo sul tema è insensato, soprattutto perché le condizionalità, sulle quali al momento infuria il dibattito, non sono ancora note, il che rende ideologico qualsiasi discussione in materia. 

L’ultima parola spetta in ogni caso al Parlamento, chiarisce il premier, garantendo che si batterà contro ogni “clausola vessatoria”. Un chiarimento apprezzato da M5s, che tramite il guardasigilli Bonafede assicura “piena fiducia” al capo dell’esecutivo, e dal Pd, con Franceschini che invita a chiudere la discussione interna. 

No a rigide contrapposizioni tra tifoserie”

“Sul Mes sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni”, scrive il presidente del Consiglio in un post su Facebook.

“La mia posizione è stata molto chiara sin dall’inizio”, aggiunge Conte. “Ad alcuni miei omologhi che, a fronte di questa emergenza, hanno pensato di affidare al Mes la risposta europea ho replicato: il Mes è un meccanismo inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida epocale. Ha un regolamento pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi. Adesso, invece, siamo di fronte al più grave shock economico affrontato dal dopoguerra ad oggi, che compromette fortemente il tessuto socio-economico europeo. Occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva”, sottolinea ancora il presidente del Consiglio.

“Insieme ad altri otto Paesi Membri abbiamo lanciato una sfida ambiziosa all’Europa invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi. In ogni caso alcuni di questi Paesi, che hanno condiviso questa nostra impostazione, sono dichiaratamente interessati anche al Mes, purché non abbia le rigide condizionalità applicate in altre circostanze, ma solo la condizione che l’utilizzo del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie dirette e indirette”, spiega Conte. 

“Eventuali condizionalità le valuteremo alla fine”

“Il dibattito in Italia è proprio su queste condizionalità”, prosegue il presidente del Consiglio, “alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalità macroeconomiche, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalità potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arriverà a cancellare tutte le condizionalità ad eccezione del vincolo di destinazione per le spese di cura e di prevenzione del contagio”, sottolinea ancora Conte. “All’ultima riunione dell’Eurogruppo e’ stato compiuto un deciso passo avanti perché nel paragrafo corrispondente è richiamata espressamente la sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette”. 

“Vorrei chiarire, però, che discutere adesso se vi saranno o meno altre condizioni oltre a quelle delle spese sanitarie e valutare adesso se all’Italia converrà o meno attivare questa nuova linea di credito significa logorarsi in un dibattito meramente astratto e schematico”, prosegue Conte, “bisognerà attendere prima di valutare se questa nuova linea di credito sarà collegata a meccanismi e procedure diversi da quelli originari. Se questo nuovo strumento finanziario presenterà caratteristiche effettivamente differenti dal Mes, per come finora utilizzato”.

“L’ultima parola spetta comunque al Parlamento”

“Se vi saranno condizionalità o meno” sul Mes “lo giudicheremo alla fine”, scrive il presidente del Consigliosu Facebook sottolineando che, in ogni caso, “l’ultima parola spetterà al Parlamento”.

Il premier spiega, infatti, che “quando saranno concretamente elaborati il term sheet (contenente le principali caratteristiche del nuovo strumento), i terms of reference (che definiranno termini e condizioni della linea di credito) e, infine, il Financial Facility Agreement, le condizioni di contratto che verranno predisposte per erogare i singoli finanziamenti. Solo allora potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola”, rimarca Conte.

“Mi batterò perché non ci siano clausole vessatorie”

“Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente”, avverte ancora il premier: “Per comprendere questo punto, basta tenere presente l’esperienza che molti cittadini fanno quando chiedono un finanziamento a una banca. Negli incontri preliminari, il funzionario illustra genericamente le condizioni del finanziamento, ma quelle che valgono sono le condizioni generali e le clausole inserite nel concreto contratto di finanziamento”.

“Io, e qui parlo da Presidente del Consiglio e da avvocato, prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio prima battermi perché non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo”, conclude Conte, “dopodiché voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l’erogazione delle somme. Solo allora mi sentirò sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta”, aggiunge. 

Franceschini: “Parole ragionevoli e condivisibili”

“Mi paiono ragionevoli e condivisibili le parole del Presidente Conte”. Così il ministro per i Beni e le attività Culturali e per il turismo, Dario Franceschini, capodelegazione Pd al governo.

“Non è il tempo di posizioni pregiudiziali ma occorre sostenere la posizione italiana su mezzi e risorse della Ue per affrontare l’emergenza. Tra questi verificheremo se ci sarà la conferma di uno strumento, Mes o come verrà chiamato, senza condizionalità per affrontare la spesa sanitaria. Ora si può utilmente chiudere questa discussione interna e aspettare le conclusioni del Consiglio Europeo”, aggiunge.

Bonafede: “Piena fiducia nel premier”

“Nei confronti del presidente del Consiglio c’è piena fiducia da parte del Movimento 5 Stelle”. Lo scrive il capo delegazione M5s al governo e ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, su Facebook.

“Nel prossimo Consiglio europeo la maggioranza dovrà adottare una linea compatta se vorrà riuscire nella difficile trattativa in Europa. Il lavoro di squadra è stato e continuerà ad essere fondamentale nell’affrontare l’emergenza Coronavirus”, sottolinea il Guardasigilli.

Salvini: “viviamo in una democrazia sospesa”

“Abbiamo chiesto che il governo venga in Aula prima di andare a Bruxelles per riferire quello che vuole fare tenendo conto degli indirizzi del Parlamento. Sapete cosa ci hanno risposto? Che non si vota niente. Viene Conte a parlare e non si vota niente. Lo richiederemo domani in Senato. Speriamo che Conte rimanga di questo parere” contrario all’uso del Mes, ma “se non ci fosse questo voto vorrebbe dire che qualcuno ha qualcosa da nascondere”, afferma il segretario leghista Matteo Salvini, in diretta Facebook.

“Io sul Mes non ho cambiato idea, ritengo che l’Italia sia l’italia e non debba essere vincolata a qualcuno che con un click decide di far saltare le sue aziende. Per avere poco oggi rischiamo di ammanettare i nostri figli a vincoli e pagare per i prossimi anni a venire per questa scelta”, ha continuato, “viviamo in una democrazia sospesa e in un regime informativo”, ha sostenuto.

Leffi tutto l’articolo qui – fonte: https://www.agi.it/politica/news/2020-04-15/conte-mes-coronavirus-eurogruppo-aiuti-8346647/

Aggiornamenti Coronavirus (Covid19 )in italia e nel Mondo

La Camera ha approvato il decreto per le Olimpiadi invernali del 2026. Il testo passa ora all’esame del Senato.

I voti a favore sono 408, i contrari 2 e 2 anche gli astenuti. Hanno votato a favore, oltre alle forze di maggioranza, anche le opposizioni. 

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Aggiornamenti Coronavirus (Covid19 )in italia e nel Mondo

E’ alta tensione nella maggioranza sul ricorso al fondo salva Stati (Mes), con il Movimento 5 stelle, contrario, che accusa il Pd, favorevole, di “mettere in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte”. Mentre il premier, in vista dell’accordo finale che dovrebbe arrivare dal Consiglio europeo del 23, è concentrato sulla trattativa e proseguono, intensi, i contatti diplomatici avviati dal governo, il dibattito interno alla maggioranza si infiamma al punto da spingere il Pd a dover chiarire che “il governo non rischia la crisi”.

Il tema è l’accordo raggiunto in sede di Eurogruppo che ha dato il via libera all’uso, tra gli altri strumenti (Bei, Bce e Sure), di fondi del Mes, a zero condizionalità e limitatamente alle spese sanitarie. All’indomani dell’intesa, Conte ha chiarito che la linea del governo è di non ricorrere ai fondi del Mes “ne’ oggi ne’ mai”, mentre il Pd ieri è uscito allo scoperto, con i suoi capigruppo e il segretario Nicola Zingaretti, che si sono detti d’accordo all’ipotesi di “sfruttare i soldi sulla sanità” messi a disposizioni dal Mes “ma senza condizionalità”. Anche Italia Viva di Matteo Renzi, mentre un’altra parte di Leu (Stefano Fassina) e soprattutto il primo partito della maggioranza per numeri in Parlamento, il Movimento 5 stelle, sono fermamente contrari. Divisa anche l’opposizione con Lega e Fratelli d’Italia contrari, mentre Forza Italia è favorevole all’accesso ai fondi.

Rispetto al Mes, scandisce il capo politico del M5s Vito Crimi, in un’intervista al ‘Fatto quotidiano’, “la posizione di Renzi non mi stupisce, lui non mi stupisce mai; invece mi stupiscono le parole del Pd, perché mettono in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio Conte, che ha espresso la necessità di altri strumenti contro la crisi”. Ciò rischia di danneggiare anche la trattativa in Europa, sostiene Crimi, per “l’atteggiamento sbagliato del Pd, che sta smentendo il premier”. “Serve che il Pd chiarisca al Paese perche’ ha cambiato posizione”.

Ancora piu’ duro il sottosegretario M5s agli Esteri, Manlio Di Stefano: “Stamattina ho sentito il capogruppo del Pd alla Camera Delrio dire ‘il Mes è una disponibilità, secondo me è un successo averlo ottenuto senza condizionabilità, ammesso che sia cosi”. In pratica, Delrio ha ammesso candidamente di non sapere nulla sul tema della condizionalità ma comunque, alla cieca, si è lanciato contro la linea sul Mes del governo e del presidente Conte”, accusa Di Stefano. 

Mentre i due capigruppo M5s, Davide Crippa e Gianluca Perilli, ribadiscono che il Mes è uno “strumento inadeguato. “Se il Pd vuole il Mes deve tornare alleato di Berlusconi”, si spinge a ipotizzare la senatrice M5s Barbara Lezzi. Anche se il collega di partito e viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, dice di “non vedere alternative a una maggioranza senza M5s”.

Dal Pd replicano i due capigruppo, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, difendendo la posizione del partito e allo stesso tempo assicurando che non e’ in atto alcun tentativo di delegittimazione di Conte o del governo. “Non si mette in discussione nulla, abbiamo solo detto che se non ci sono condizioni capestro il nostro Paese deve utilizzare tutte le risorse, non capisco perché non utilizzare il fondo se c’è bisogno”, dice Delrio.

“Il Mes è una disponibilità, secondo me, un successo del nostro Paese” aver ottenuto la possibilità di utilizzare risorse per la sanità “senza condizionalità – prosegue Delrio -. Il governo dirà se ne avrà bisogno o meno, certo non potrà dire che non ne ha bisogno e poi non finanzierà alcune cose perché non ci sono le risorse, non buttiamo a mare la disponibilità di miliardi per la nostra sanità”. “Il governo non rischia sul Mes, è il governo che ha ottenuto questo miracolo, trasformando il Mes – garantisce Marcucci -. Legarsi alla terminologia senza andare a vedere che cosa è cambiato, vuol dire rifiutare l’oggettività dei risultati ottenuti da Conte, che è riuscito a fare una rivoluzione. Il Mes ora è a disposizione dei Paesi su interventi prioritari nel campo sanitario senza condizionamenti. E’ cassa disponibile e bisogna accedervi. E’ un capolavoro o no?”.

Sul tema, per una volta, anche Italia viva è d’accordo con il Pd. “Questa barzelletta del Mes deve finire”, afferma Matteo Renzi. “Il Mes senza condizionalità significa che ci danno 37 miliardi di euro, a condizioni migliori di un qualsiasi altro tipo di prestito”, che “vanno ai cittadini italiani. Quindi, quando vi fanno grillini e leghisti tutta la polemica sul Mes, vi stanno prendendo in giro. Il Mes è senza condiziionalità una cosa che aiuta l’Italia e l’Italia utilizzerà i 37 miliardi di euro del Mes”.

Su posizioni opposte sono i partiti di centrodestra. “Il Mes non va demonizzato: usiamolo senza condizioni”, chiede il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un intervento sul ‘Giornale’. L’ex premier si dice convinto che “sarebbe assurdo non utilizzare 36 miliardi per l’emergenza virus”. Berlusconi torna anche sul passato, chiarendo il ruolo del governo di centrodestra da lui guidato nel 2011 nel dare il via libera il Mes, mossa evocata da Conte contro Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Il Mes, firmato da noi, era diverso dal Mes che il governo Monti portò a ratifica in Parlamento nel 2012, ma soprattutto venne negoziato nel quadro di un accordo politico per noi assolutamente positivo perché comprendeva anche gli Eurobond”, tiene a rimarcare Berlusconi, e solo “successivamente la parte che riguardava i titoli di debito europei venne lasciata cadere, e rimase in piedi il solo Mes”.

“Non è una questione di tifoserie – replica Salvini, dal canto suo -, non siamo al derby Milan-Inter, non esiste un Mes senza condizioni, è un fondo istituito da un Trattato e Berlusconi o Prodi possono dire quello che vogliono ma i Trattati si leggono, quindi se uno chiede un euro o milioni di euro dovra’ restituirli, il problema non è il tasso” di interesse “ma le condizionalità per restituire quei soldi”. “L’accordo” raggiunto all’Eurogruppo, sostiene il leader leghista, “non puo’ andare sopra al Trattato, a Bruxelles possono pure parlare degli unicorni che volano, ma se gli unicorni non ci sono non ci sono: il Mes ha delle condizioni”.

La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è d’accordo con il leader leghista, anche se con posizione più dubitativa. “Spero di essere smentita, ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del Mes per le spese sanitarie rischi di essere un “cavallo di Troika”, dice. “Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro e nei tempi che stabiliscono, e indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa. Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere”. Ieri, la Lega ha annunciato che proporrà una risoluzione parlamentare per dire ‘No al Mes, sì a Btp orgoglio italiano’, e se mai sarà votata, bisogna vedere se i 5 stelle si pronunceranno a favore, spaccando la maggioranza.

Intanto dalla conferenza dei capigruppo è emerso che si svolgerà martedì prossimo una nuova informativa di Conte, nell’Aula della Camera, in vista del consiglio europeo del 23. Essendo una informativa, non è previsto alcun voto dopo l’intervento del premier, come invece avevano chiesto FdI e Lega. “Con la scusa che le decisioni del consiglio europeo non sono formali e per questo non vincolate dalla Costituzione a passare prima per il Parlamento italiano, il presidente del Consiglio non verrà per le consuete comunicazioni, che come si sa prevedono un voto dell’Assemblea – lamenta il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida -. In realtà la maggioranza è terrorizzata dal ricevere, e quindi a suo giudizio subire, un indirizzo del popolo attraverso il Parlamento, che un documento approvato in Aula avrebbe prodotto. Scappano dal dibattito e da impegni chiari su Mes”.

Ancora più duro il capogruppo leghista, Riccardo Molinari: “Dal governo Conte un vero bavaglio al Parlamento, e quindi a tutti gli italiani. Mentre in tutta Europa la discussione e’ aperta, in Italia maggioranza e governo impediscono discussione e votazione, sostenuta oggi in capigruppo solo dalla Lega e da FdI, di un documento di indirizzo sul Mes in vista dell’Eurogruppo del 23 aprile”.

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